Il nuovo metodo democratico
- Minoranza, maggioranza e differenza.
- Merito ed opportunità.
- Regolamentazione dei partiti e l’articolo 49.
- Dell’eguaglianza.
Abbiamo
già
parlato della necessità del recupero della
sovranità del cittadino che potrà
avvenire solamente tramite un nuovo metodo democratico:il metodo
democratico dell’Unicivium.
Esso è meramente uno strumento che non sottintende la conoscenza dell’ethos democratico. C’è da considerare che, essendo una procedura, esso può funzionare anche con questa prerogativa. Ne è un esempio la democrazia ateniese che certamente non brillava per diritti democratici: la schiavitù era essenziale per la sua economia, l’esclusione dalla politica delle donne un dato di fatto, la pena di morte una pratica continua, così come il saccheggio ed il guerreggiare. Gli Ateniesi non avevano certamente sviluppato un ethos democratico come quello odierno.
Minoranza, maggioranza e differenza.
Nel
caso in cui, ad esempio, gli elettori dell’Unicivium
votassero a
maggioranza una legge che
vada contro i diritti sanciti dalla costituzione si avrebbe il vantaggio
della certezza che tutti vengono a conoscenza
chi ha votato e che
cosa, a causa del
voto palese, per alzata di “mano elettronica”, ma
sarebbe auspicabile che ciò
non accadesse. C’è da dire che sarà
poco probabile che si verifichi una simile
evenienza, poiché chi non accetta le regole
dell’ethos democratico
difficilmente utilizzerà il nuovo metodo democratico
dell’Universitas civium che
elimina la figura del parla-mentare senza
mandato imperativo e rende personale, identificabile e pubblica la
propria decisione
di elettore.
I
diritti
fondamentali dell’uomo li abbiamo stabiliti, li abbiamo
trascritti ed ora si
tratta semplicemente di utilizzare il nuovo metodo democratico
affinché questi
diritti vengano applicati, sviluppati e non vengano smantellati o
svuotati del
loro significato, sviliti.
L’ethos
democratico rimane come
insegnamento per
coloro che ancora non lo conoscono, come vademecum per le nuove
generazioni che
lo devono imparare e metterlo in pratica al più presto, se vogliono cambiare il loro
futuro senza colpo
ferire ed operando con giustizia e solidarietà.
La
ineguaglianza
come risultato delle decisioni prese a maggioranza rimane
all’interno del nuovo
metodo democratico ed è bene così,
perché, fin quando c’è, abbiamo la
garanzia
che non vi sia né conformismo, né massificazione
acritica. Ben venga allora
questa spia dello stato di salute dell’Unicivium,
poiché quest’ultima
può eliminare, all’interno
dell’aggregazione,
con la sua sola esistenza, altri due limiti caratteristici
dell’attuale metodo
democratico rappresentativo. Uno di questi è la differenza
uomo/donna, senza la
necessità di riscrivere
tutte le
categorie del pensiero politico, l’altro riguarda, i mancati diritti di
quelle differenze che si
riconoscono nei doveri e nei diritti sanciti dalla Costituzione, ma che
non ne
possono usufruire, come ad esempio i disabili, alcuni tipi di famiglie
di
fatto, studenti ai quali non sono garantite le opportunità
ed il diritto allo
studio, e così via.
La
differenza
uomo/donna, pardon, donna/uomo, all’interno
dell’Unicivium rimane solo numerica,
dipende esclusivamente dalla partecipazione degli iscritti ed
un’ eventualmente
bassa rappresentanza delle donne dipende solo dalla loro mancata
iscrizione a
questa aggregazione.
Gli
elettori
propongono dei candidati parlamentari all’Unicivium con il
voto web, i GDS verificano
la disponibilità di essi e la
compatibilità della loro candidatura con i principi
ispiratori dell’Unicivium (vedi
cap. Il parlamentare) e li inseriscono nelle liste elettorali.
Ciò
rende
completamente superfluo un obbligo di quote rosa, anzi potrebbe
accadere che
sarebbero le quote azzurre a soffrirne in caso di maggiore adesione da
parte
dell’ elettorato femminile.
Viene
richiesto a
gran voce da parte delle donne che venga loro riconosciuto il merito,
che
vengano iscritte delle quote rosa per obbligare i partiti a dare alle
donne le
stesse chance che vengono date ora maggiormente agli uomini. Questo
vale per
coloro che hanno avuto l’opportunità di
conquistarselo e giustamente chiedono
di essere prese in considerazione a prescindere dalla condizione di
genere.
L’Unicivium elimina all’interno della sua
aggregazione questo problema, dato
che non vi sono più capi che decidono e nominano i loro
prediletti di cordata,
ma non lo elimina nel mondo del lavoro. Per fare ciò bisogna
che i parlamentari
eletti dall’Unicivium senza vincoli di genere, senza quote
rosa e azzurre,
impongano a livello nazionale nuove
leggi, tramite l’iter previsto, che influiscano sul mondo del
lavoro facendo
altresì in modo che le stesse leggi vengano applicate e che
vi siano severe
sanzioni per coloro che non le applicano.
La
difesa del
merito raggiunto è, come abbiamo visto, un problema che non
si pone nell’Unicivium,
dato il sistema di elezioni all’interno della stessa. Un
compito più grande per
l’Unicivium è fare in modo che tutti i cittadini
abbiano l’opportunità di
raggiungere questo merito.
Gran
parte delle
cittadine e dei cittadini odierni non hanno avuto questa
opportunità sancita dalla
costituzione che all’art. 3 stabilisce che:
…é
compito della
repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando
di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori
all’organizzazione politica,
economica e
sociale del paese.
Le
donne che
posseggono merito ed ora
richiedono a
gran voce che questo venga
loro
riconosciuto appartengono, all’interno del proprio genere, ad
una categoria
privilegiata che, tramite sacrifici o ricchezza familiare, ha potuto
raggiungere questo merito come succede all’interno
dell’altro genere. Queste
donne ora richiedono il riconoscimento del merito per il genere
femminile, ma
non che tutti i cittadini abbiano l’opportunità di
raggiungere questo merito.
Forzando
il
“mondo politico” all’accettazione delle
quote rosa al 50% abbiamo sì la parità
all’interno del Parlamento, ma non realizziamo quel merito
basato sull’
opportunità data a tutti cittadini prevista dall’art. 3 della
nostra Costituzione.
Con
l’attuale
sistema partitico la nomina del 50% delle donne rimane sempre in mano
ai
vertici dei partiti che sicuramente utilizzeranno dei criteri propri
nella
scelta di quel 50% di donne. Come risultato avremo la lotta per il
raggiungimento ed il mantenimento del potere all’interno del
partito condotta
non più da una maggioranza di uomini, ma da una pari
opportunità di scalata al
potere di donne e di uomini, comunque scelti dai vertici dei partiti.
L’Unicivium,
quale fucina di parlamentari liberi e meritevoli, risolve questo
problema in
quanto invia questi ultimi senza vincoli di genere e senza nomina al
parlamento. In
collaborazione con tutti
i movimenti interessati l’Unicivium procede alla progressiva
attuazione
dell’articolo 3 in parallelo alla democratica distribuzione
delle cariche parlamentari
tra generi secondo il volere del libero elettorato e non
per imposizione.
Rimane
aperto il
problema di uguaglianza di meriti all’interno del mondo del
lavoro dove prima
di tutto dovrà arrivare la democrazia.
Regolamentazione
dei partiti e l’articolo 49.
Un’altra
spinosa
questione verrebbe risolta con il nuovo metodo democratico: quella nata dalla mancata
applicazione di una
parte dell’articolo 49[1]
della Costituzione che stabilisce per i cittadini la libera associazione in partiti per concorrere
con metodo
democratico a determinare la politica nazionale. Il metodo democratico
è
applicato in modo quasi democratico dai partiti verso
l’esterno, ma
meno al loro interno. Questo ha portato a
vari dibattiti e a proposte di legge per dare una regolamentazione
giuridica ai
partiti politici che andrebbe a stabilire per legge alcuni requisiti
minimi per
la democrazia interna degli stessi.[2]
Con
il nuovo
metodo democratico questa esigenza di legiferare sui partiti viene a
cadere. Questi
ultimi rimarrebbero associazioni di diritto privato, “non
riconosciute,”
regolate secondo criteri e forme democratiche, così come le
intendevano i padri
della Costituzione. Il nuovo metodo democratico per sua natura
stabilisce
“democrazia esterna ed interna”, democrazia nella
relazione con la società
civile e democrazia nel rapporto tra gli elettori
dell’aggregazione Universitas
civium. Voler porre una libera associazione sotto tutela giuridica
vuole dire
obbligare i componenti ad un comportamento democratico che magari non
è loro
consono, perché vogliono poter delegare un capo. Con il
metodo della Unicivium non
serve una legge che garantisca la libertà interna, la libera
scelta dei candidati,
la chiarezza dei bilanci e così via. La libertà
interna è data dal metodo
democratico dell’Unicivium e dalle sue regole, dalla mancanza
di leader e di
dirigenti nazionali e locali sostituiti dai gruppi di studio eletti,
dalla candidatura
ed elezione effettuata direttamente dagli elettori. Essi
stabiliscono ed eleggono anche chi li
deve rappresentare temporaneamente, chi deve interrompere o terminare
il suo
mandato e chi deve far parte di un gruppo di studio, cerniera
essenziale tra
elettore e parlamentare, nonché filtro ed elaboratore delle
richieste
provenienti dagli elettori e, di conseguenza, anche
dai movimenti.
D’altronde
all’interno dell’Unicivium vi sono alcune
limitazioni che potrebbero sembrare
poco democratiche come ad esempio il divieto ad un componente dei
gruppi di
studio di diventare parlamentare, il mandato limitato nel tempo, la
rieleggibilità dopo un intervallo temporale,
l’impossibilità di un
rappresentante temporaneo eletto a diventare appartenente ai GDS o
parlamentare
e così via. Queste misure severe servono unicamente ad
impedire la formazione
di gruppi di potere, di elites, di leader all’interno
dell’Universitas.
Non
esiste il
concetto di nomina, perché nessuno all’interno
dell’Unicivium ne ha il potere,
neanche l’elettore. Questi può solo eleggere
insieme agli altri, candidare e,
ovviamente, revocare.
Tramite
il nuovo
metodo democratico dell’Unicivium si possono quindi eliminare
alcune
ineguaglianze, frutto dei limiti dell’attuale metodo
democratico, che vengono
erroneamente attribuite alla democrazia in quanto ethos. Occorre
eliminarle non
solo all’interno dell’aggregazione Universitas
civium, ma anche a livello nazionale
intervenendo in ambito parlamentare per attuare i diritti scritti nella
Costituzione.
Questo è realizzabile solamente con la partecipazione di
tanti cittadini e, di
conseguenza, con un numero cospicuo di parlamentari
dell’Unicivium.
L’attuale
classe
politica limita i diritti dell’articolo 3 della Costituzione non rimuovendo gli ostacoli
di ordine
economico e sociale, che limitano di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei
cittadini, ma ponendone dei nuovi, come il taglio
all’istruzione, alla sanità.
Ciò è stato possibile solo
tramite
l’attuale metodo democratico che le ha permesso di agire per
fini propri, senza
doverne rispondere al cittadino. Se si parla solo di merito nel mondo
della
scuola e del lavoro senza parlare di uguaglianza di
opportunità, se di fatto
non si rimuovono gli ostacoli di ordine economico e sociale che danno
l’opportunità
di dimostrare il proprio merito, allora quel merito è
attribuibile solo a
coloro i quali i mezzi già li hanno, che sono i meno, e
cioè gli
appartenenti alle famiglie abbienti che in
questo modo hanno occasione di formare le nuove élites.